La mostra è il terzo capitolo delle esposizioni dedicate ai grandi storici dell'arte (dopo Roberto Longhi e Francesco Arcangeli) e si propone di rievocare le tappe dell'attività svolta dal padre della museologia italiana in alcuni dei maggiori musei nazionali, poiché Corrado Ricci era originario di Ravenna e vi ha lavorato. Nella sua carriera di alto funzionario, scandita da un susseguirsi di incarichi prestigiosi, in ogni istituzione in cui si trova a lavorare Ricci lascia un'impronta inconfondibile, dando impulso alle acquisizioni, ridisegnando gli allestimenti secondo le scuole artistiche e l'ordine cronologico, curando i cataloghi delle raccolte e, al tempo stesso, svolgendo un'intensa attività di scrittore con la pubblicazione di monografie e collaborazioni. L'impegno profuso per la tutela dei monumenti, delle opere d'arte e dell'antichità va di pari passo con l'attenzione al paesaggio (promuove la prima legge di tutela in Italia per l'inalienabilità della pineta di Ravenna).
La mostra intende ricostruire la storia di Ricci attraverso sezioni dedicate ai musei che lo videro direttore, ad alcuni artisti significativi per i suoi contributi critici, al paesaggio che egli volle difendere come bene storico-culturale con le immagini dei maggiori paesaggisti del suo tempo.
A Parma nel 1894/96 riordina la Galleria Nazionale secondo una disposizione cronologica e per scuole con grande attenzione alla scuola parmense dai precorreggeschi al Parmigianino fino ad Anselmi; si occupa inoltre di importanti restauri ed interventi conservativi, come la cupola del Duomo. Il carattere documentario e conservativo di Ricci appare nella sala dedicata alle incisioni su rame e agli acquerelli di Paolo Toschi e di altri che riproducono i principali affreschi di Parma. Nel 1898 viene nominato direttore della Pinacoteca di Brera; si dedica all'ampliamento delle collezioni (acquista 21 dipinti tra cui i 5 in esposizione, alcuni li ritira dalle chiese, altri ne ottiene in donazione) e le riallestisce secondo criteri temporali e geografici, inserendo cartellini identificativi e spostando le sculture e le opere di arte moderna al Castello Sforzesco. Riordina la collezione Farnese a Napoli, fornendo consigli pratici oltre che metodologici e museografici. Nel 1903/06 è agli Uffizi che riordina secondo criteri cronologici, mentre lascia alla Galleria Palatina l'allestimento storico e la quadreria principale; acquista la singolare Madonna con Bambino di Jacopo Bellini, qui esposta. A Siena è il presidente del comitato per la mostra sull'arte antica senese tenutasi dal 17 aprile al 30 ottobre 1904. Nel 1912 a Bergamo raccoglie nell'Accademia Carrara dipinti che provengono da raccolte private e che ordina per scuole, smembrando le raccolte originarie, dando rilievo all'arte lombarda e alle sue relazioni con l'arte veneta (tra i presenti Moroni e Lotto).
Fondamentale è la sua esperienza a Ravenna (“città del paradigma”) tra il 1894 e il 1897, dove sistema l'edificio dell'Accademia di Belle Arti e riordina la collezione. Importanti la monografia su Rembrandt (della cui ricognizione si occupa nel catalogo Gianni Sciolla) e gli interventi su Reni, Barocci e Cagnacci. L'ultima parte del percorso al MAR è dedicata alla tutela del paesaggio.
La sezione allestita nella Manica Lunga della Biblioteca Classense (a cui Ricci ha destinato la sua biblioteca privata, il carteggio e l'archivio personale) ripercorre la biografia intellettuale di Ricci, presentandone le idee e la personalità. Il Museo Nazionale ospita due sezioni, una dedicata alla Fanciulla di Anzio, l'altra alla documentazione per il restauro dei mosaici parietali.
Ravenna, Museo d'Arte della Città, Biblioteca Classense, Museo Nazionale, fino al 22 giugno 2008: MAR aperta dal martedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato e domenica dalle 9 alle 19, lunedì chiuso (dal primo aprile il venerdì chiusura alle 21), ingresso euro 7,00, infoline 0544.482356; BIBLIOTECA CLASSENSE aperta dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18, lunedì chiuso, ingresso libero, infoline 0544.482112; MUSEO NAZIONALE aperta dal martedì al sabato dalle 8,30 alle 19,30, domenica dalle 8,30 alle 13,30, lunedì chiuso, ingresso euro 4,00, infoline 0544.543711; catalogo Electa, sito internet www.museocitta.ra.it
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